Pronti per una nuova uscita documentativa in grotta ci troviamo la mattina presto a Campo Carlo Magno dove ci raggiungono Leonardo Latella (biospeleologo del museo di scienze di Verona) e Daniele, un suo collaboratore. Per cause di forza maggiore Leonardo non potrà essere dei nostri e quindi, caricato Daniele in macchina, saliamo fino al rifugio Graffer.

Dopo quattro chiacchere ed un caffè al rifugio ci congediamo dal gestore ed iniziamo a dividerci i carichi prima d'incaminarci verso la grotta. Dovremmo caminare un'oretta fino al rifugio Tuckett e da li salire ancora una 20ina di minuti per raggiungere l'ingresso della grotta.

Speleo in risalita lungo il ghiacciaio ipogeo all'interno della grotta

Arrivati all'ingresso ci prepariamo, allestiamo la risalita, mangiamo qualcosa e via che si entra in grotta. Dopo un po' di progressione passando per meandri stretti e qualche calata arriviamo alla stanza col ghiacciaio ipogeo da fotografare. Anche qui come in altre grotte trentine il ghiaccio è calato molto a causa del riscaldamento globale negli ultimi anni, e la nostra intenzione è proprio quella di registrarne l'andamento tramite le nostre immagini.

uno sguardo dentro il ghiaccio in scioglimento

Dopo un bel po di tempo dedicato alla realizzazione degli scatti, complice la temperatura prossima allo zero della grotta, iniziamo ad organizzarci per rientrare prima di soffrire troppo il freddo. Finora gli scatti sono andati bene e ci sentiamo soddisfatti del nostro lavoro. All'uscita troviamo una fitta nebbia ad aspettarci. Daniele si fermerà al rifugio Tuckett, quindi lo salutiamo e ci avviamo verso il rifugio Graffer dove un piatto di lasagne ci riforcillerà per bene. Visto che al rientro ci passiamo perché non fermarsi da Renzo e Paolo? Detto fatto, una telefonata ed eccoci autoinvitati per un caffettino a fine giornata.