La prima settimana di settembre 2016, nella provincia di Burgos in Cantabria, nel villaggio di Soncillo, si è svolto il primo raduno fotografico internazionale per fotografi del sottosuolo in territorio Spagnolo: il Speleo Photo Meeting 2016 (SPM2016). Trenta i fotografi che hanno partecipato provenienti da Stati Uniti, Costa Rica, Giappone, Slovenia, Germania, Francia, Portogallo, Ungheria, Romania. Dall’Italia hanno partecipato tre team di cui due trentini (entrambi per Speleoclick) ed uno sardo (fotografa Silvia Arrica). Nella settimana di presenza al meeting ogni team ha potuto visitare e fotografare quattro bellissime grotte, su sei proposte in totale: Cueva Coventosa, Cueva Mur, El Soplao e Fuentemolinos sono le quattro che i due team trentini hanno avuto l’onore di documentare. Ognuna delle grotte ha una sua particolarità e ognuna è diversa dalle altre.

Cueva Coventosa, è una grotta gigantesca, ambienti enormi, saloni e pozzi, concrezioni giganti, stalattiti alte anche venti-trenta metri e un lago sifone finale quasi asciutto in questo periodo, che collega la cavità con un secondo ingresso più piccolo. Qui la difficoltà nell’illuminare gli ambienti enormi si è vista, però i risultati non sono mancati, sia ai tradizionalisti con flash elettronici o bulbi al magnesio, sia a chi usava vari tipi di faretti a led.

Affascinanti concrezioni, Cueva Mur

Cueva Mur, con il suo ingresso in parete in un grosso covolo di 50×50 metri, ti fa sentire minuscolo. Poi una lunga galleria che sbuca su di un salone lungo cento metri e alto una sessantina. Dopo di li tutta la grotta è colma di concrezioni ed aragoniti, e si sviluppa con passaggi larghi intercalati da passaggi meno agevoli fino a qualche strettoia; alla fine di un anello si arriva nuovamente al termine della prima galleria e di nuovo all’esterno. Nel salone di questa grotta, in periodi piovosi si scarica direttamente dal soffitto un grande casata, asciutta in questo periodo, lasciando comunque a noi la fantasia per poter immortalare una quantità enorme di concrezioni ed aragoniti negli altri bellissimi ambienti visitati della grotta.

Colonne giganti, da sembrare infinite

El Soplao, grotta turistica in una miniera di zinco. Durante lo sfruttamento minerario fu intercettata casualmente questa splendida grotta, ricchissima di aragoniti e concrezioni bianche che non vennero mai depredate, dando la possibilità alla sua chiusura, nel 2000, di trasformarla in grotta turistica. Una delle più belle della Spagna, e quella con la più alta concentrazione di aragoniti in Europa. In questa cavità, in via eccezionale e solo per il meeting, ci è stata data l’autorizzazione a visitare e fotografare la parte non turistica, grazie ad Espeleofoto , l’unica associazione a cui è consentito documentare la grotta e che ha anche organizzato l’evento. Le immagini in questa cavità sono state le più svariate, dalle aragoniti giganti, alle macro più spinte su cristalli bianchi e puri in uno sfondo naturale dai colori marroni-mattone in contrasto continuo. Questa è stata un’occasione unica (e difficilmente ripetibile) per poter visitare e fotografare le parti nascoste e chiuse anche ai percorsi turistici organizzati.

Fuentemolinos, con i suoi oltre quattro chilometri di sviluppo, è la sesta grotta al mondo per estensione in conglomerato calcareo. Le particolarità di questa grotta sono lo sviluppo su tre diversi livelli, sia fossili che attivi, e la presenza di innumerevoli fenomeni concrezionali dalle colate alle stalattiti-stalagmiti, aragoniti, eccentriche, laghi e cristalli immersi, fino ai ciottoli anche di dimensioni considerevoli. Il torrente che scorre al livello di base rende questi ambienti unici e meravigliosi. Anche per questa grotta è possibile effettuare una visita “turistica” tramite gli amici di Beloaventura.

Le altre due grotte proposte erano Cueva de Pano e Cuevamur, anche queste di straordinaria bellezza ma che per motivi logistici non abbiamo potuto visitare.

A metà settimana per spezzare la stanchezza, abbiamo visitato la città di Burgos con la sua maestosa cattedrale gotica. Da qui passa uno dei cammini per Santiago de Compostela, ciò rende il centro in continuo movimento per il passaggio delle centinaia di pellegrini che si incontrano lungo le vie vicine alla cattedrale. Non poteva mancare anche la visita al museo nazionale dell’evoluzione umana, realtà moderna e tecnologica dove anche la speleologia fa la sua parte con alcune sale interamente dedicate. Il sesto giorno, per finire in bellezza, la visita alla grotta Palomera, complesso carsico di 120 chilometri e sei ingressi, uno dei quali con misure giganti e un dedalo di gallerie dalle dimensioni enormi. Anche questa protetta dal 1996 e visitabile con guida.

ramo pieno di sabbia, concrezioni particolari

Tutta la settimana è stata impegnativa, si lasciava l’ostello alle 8.00 e si rientrava alle 20.00, si cenava e poi, dopo una veloce elaborazione, si potevano presentare le immagini scattate durante la giornata e puntualmente si faceva tardi. Unica pecca, se così la vogliamo chiamare, la distanza tra l’ostello e i vari ingressi, mediamente oltre un’ora di macchina che spesso aumentava per le continue soste fotografiche paesaggistiche. Al rientro alla sera brevi deviazioni ci hanno permesso di vedere velocemente qualche particolarità come il bellissimo paesino di Puentedey, costruito sopra un tunnel carsico naturale di un centinaio di metri scavato nella roccia dal Rio Nela.

All’interno dell’ostello c’era una sala adibita all’esposizione personale, si potevano esporre immagini stampate o portate per l’occasione. Molti anche i libri speleofotografici in visione ed in vendita. All’ultima sera è stata fatta una presentazione pubblica di una decina di scatti per ogni fotografo presso il teatro di una cittadina vicina. In poco tempo tutti i posti sono stati occupati da persone del paese, che hanno potuto vedere immagini di rara bellezza e di alta tecnica scattate dai partecipanti allo spm2016. Rientrati all’ostello, cena tipica e festa fino all’alba prima dei saluti finali ed il rientro. Molte le emozioni rimaste in ognuno di noi, ma soprattutto la possibilità di un confronto speleologico, fotografico e la visita di grotte e ambienti unici nel suo genere. Non da meno anche le amicizie strette con gli spagnoli dell’organizzazione e con i partecipanti.